Ananda Mohan Chakrabarty: Lo scienziato che ha aperto la strada agli organismi modificati per ripulire il pianeta
Negli anni ’70, il microbiologo Ananda Mohan Chakrabarty sviluppò un batterio geneticamente modificato capace di degradare gli idrocarburi, offrendo una soluzione innovativa per la bonifica delle fuoriuscite di petrolio. Questo progresso rappresentò una rivoluzione nella biorisanamento ambientale, dimostrando che l’ingegneria genetica poteva essere applicata alla decontaminazione. Tuttavia, sebbene il suo organismo fosse pionieristico, non venne mai utilizzato su larga scala a causa di barriere normative, preoccupazioni ecologiche e difficoltà nel controllare organismi modificati in ambienti naturali.
Oltre all’applicazione pratica, il batterio di Chakrabarty fu protagonista di un caso giuridico storico: Diamond v. Chakrabarty, che nel 1980 si concluse con una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti a favore della brevettabilità degli organismi geneticamente modificati. Per la prima volta veniva riconosciuta legalmente la possibilità di brevettare forme di vita create in laboratorio, ponendo le basi per la biotecnologia moderna. Il suo impatto si estende oggi a settori come la medicina, l’agricoltura e il trattamento dei rifiuti industriali.
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